Trovo che ci sia nel Mediterraneo una profonda insuperabile consapevolezza della morte. Ogni profumo, ogni cicala, ogni raggio di luce lo dicono. Le foglie degli ulivi quando sono d’argento. È come se la voce del vento non smettesse mai di sussurrare che la morte è anche lei parte del tutto, che non se ne può il alcun modo prescindere. Che è parte del procedere e solo il non procedere sarebbe il vero male, il non-essere. Ma c’è un poco di buio in ogni bellissima luce, una scintilla in ogni buio.

 

IV [da Sole il Primo]

 

Bevendo sole corinzio

Leggendo i marmi

Scavalcando mari di vigne

Mirando con la fiocina

Un pesce ex-voto che guizza

Trovai le foglie che il salmo del sole impara a memoria

La terra viva che il desiderio si compiace

Di schiudere.

Bevo acqua taglio frutti

Affondo la mano nel fogliame del vento

I limoni irrigano il polline dell’estate

Uccelli verdi percorrono i miei sogni

Me ne vado con un’occhiata

Un’occhiata ampia dove il mondo ritorna

Bello dal principio a misura di cuore.

 

Odysseas Elytis

[da Il giardino che entrava nel mare, ARGO editrice, Lecce, 2004 a cura di Massimo Cazzulo]