Regia: Piero Messina

Genere: Drammatico

Tipologia: La perdita di un figlio

Interpreti: Giuliette Binoche, Lou de Laage, Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Antonio Folletto, Corinna Lo Castro, Giovanni Anzaldo

Origine: Italia, Francia

Anno: 2015

Trama: Ad Anna muore il figlio Giuseppe. È sconvolta. Non si dà pace. Non accetta la sua morte e fa credere che il suo lutto sia dovuto alla scomparsa del fratello. Vive il suo dolore in solitudine, nella vecchia e isolata villa di famiglia in Sicilia. A farle compagnia l’unica presenza di Pietro, il maggiordomo tutto fare. Improvvisamente si presenta in villa, dalla Francia, Jeanne, la fidanzata di Giuseppe. Ad invitarla ere stato lo stesso Giuseppe. Anna non conosce Jeanne e nulla sa di lei la giovane francese. Inizia fra le due donne un «gioco sottile» fatto di malintesi e nascondimenti della verità sulla sorte di Giuseppe. Nessuna delle due vuole arrendersi a quella dura realtà, accettare l’evidenza. Per la mamma disperata il figlio è vivo, è partito e tutte le sue cose sono al loro posto, in ordine nella propria stanza. All’iconsapevole Jenne non resta che attendere il suo ritorno. Inizia, così l’attesa. I giorni passano. le due donne cominciano a conoscersi. A legarle sono l’amore e i ricordi del figlio/fidanzato. Intanto nel piccolo paese della Sicilia fervono i preparativi della Settima Santa il cui culmine è la processione del Venerdì Santo in cui si rivive tutto il dolore, lo strazio della Madre di fronte al corpo trafitto ed inerte del Figlio. Anna fa capire a Jeanne che forse è durante quella celebrazione pasquale che Giuseppe tornerà.

Recensione: L’Attesa rappresenta l’esordio nel lungometraggio del regista Piero Messina ed è liberamente ispirato al dramma La vita che ti diedi di Luigi Pirandello. Il film è stato presentato, in concorso, alla 72ª Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia dove, in verità, è stato accolto con opinioni contrastanti. Sempre nel 2015 ha comunque avuto dei riconoscimenti importanti quali il Leoncino d’oro Agiscuola per il Cinema, e la menzione speciale al Premio Signis e al Premio Fedic. Nel 2016, invece è stato candidato al David di Donatello come migliore regista esordiente e come migliore attrice protagonista. Piero Messina è stato assistente del regista Paolo Sorrentino ed ha contribuito alla stesura della sceneggiatura insieme a Giacomo Bendotti, Ilaria Macchia e Andrea Paolo Massara trasfondendo i suoi ricordi adolescenziali del vivere il lutto e considerare la morte della sua Sicilia e le tradizionali struggenti processioni della Settimana Santa. L’idea del film, come lui stesso ha affermato, è nata da un racconto di un amico su una persona che aveva vissuto un lutto e aveva deciso di  nasconderlo a tutti quasi a voler esorcizzare, così facendo, la morte medesima ed elaborare quel nefasto evento. L’ispirazione, per un siciliano genuino come Messina, non poteva essere che quella di un altro grande isolano, Pirandello, il quale aveva fatto dell’immaginazione, della finzione e della fuga dalla realtà il filo conduttore della sua narrativa e della sua drammaturgia. L’attesa diventa, così, la storia della realtà della morte e, nello stesso tempo, la negazione di essa., il dramma di una madre per la perdita di colui a cui aveva dato la vita. Di una madre che si sforza di rielaborare un lutto cosi atroce, viscerale attraverso gli oggetti che riempiono il silenzio assordante degli afosi meriggi siciliani in quelle grandi e solitarie stanze: ogni oggetto un feticcio da contemplare, da annusare, baciare, ascoltare. E rielaborare il lutto diviene anche entrare in empatia con chi, in maniera diversa, prova amore per chi ci ha lasciato. Accomunare ricordi, viverli e farli rivivere. Utilizzare i sentimenti devozionali della gente che sfila in processione tra i vicoli e incrociare gli occhi addolorati di un’altra Madre di fronte al Cristo morente per adempiere alla sua personale passione.