Regia: Alejandro Amenábar

Genere: Drammatico

Interpreti: Javier Bardem, Belén Rueda, Mabel Riveira, Lola Duenas, Celso Bugallo, Clara Sergura, Joan Dalmau, Alberto Jiménez, Tamar Novas, Francesc Garrido, José Maria Pou, Alberto Amarilla, Andrea Occhipinti

Origine: Spagna, Francia, Italia

Anno: 2004

Trama: Le conseguenze nefaste di un tuffo in mare hanno reso Ramon tetraplegico. La famiglia del fratello si prende amorevolmente cura di lui, ma Ramon non si rassegna ad una vita mortificata e da 28 anni tenta caparbiamente di ottenere l’eutanasia. Una avvocatessa (anch’essa affetta da una patologia degenerativa) si innamora di Ramon e insieme meditano il suicidio, ma nel momento del gesto estremo la donna si tira indietro. Sarà dunque Rosa, un’operaia amica dell’uomo, che lo aiuterà nel suo intento finale permettendogli di liberare la sua vita da una sofferenza mai accettata.

Recensione: In Mare Dentro il confine attraversato è ancora quello tra la vita e la morte, ma il regista abbandona le implicazioni ultraterrene per dedicarsi a una storia vera, quella del cinquantenne Ramon Sampedro che, tetraplegico dall’età di venti, chiede “solo” di morire. “Una vita che elimina la vita non è libertà”, gli viene ricordato, “ma anche una vita che elimina la liberta non è vita”, risponde il protagonista.
La tesi sposata dal film è a favore dell’eutanasia, ma Amenabar (anche co-sceneggiatore e autore delle musiche) evita le trappole perniciose della lezione ad ogni costo e si concentra sulle esigenze del personaggio (piu’ di una volta il protagonista parla a nome suo e non di tutti i tetraplegici), che solo nel finalissimo diventano un po’ didascalicamente un esempio per tutti (del resto la ripresa in video della sua morte è avvenuta realmente).
Il regista, nato a Santiago del Cile ma spagnolo di adozione, inscena con estrema naturalezza e grande sensibilità la rischiosa e problematica vicenda, creando personaggi, anche minori, di vibrante intensità, impostando contrasti forti e appassionanti e cercando di motivare il piu’ possibile gli sviluppi narrativi. Oltre alla regia, pudica ma incisiva, gran parte della carica emotiva deriva dalla strepitosa interpretazione di Javier Bardem (giustamente premiato a Venezia con la Coppa Volpi), attore dalla fisicità travolgente qui azzerata da un’immobilità miracolosamente comunicativa. Ma tutto il cast, supportato dallo spessore di personaggi già ben calibrati in fase di scrittura, regala emozioni profonde.

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