Il Punto nascita è una struttura sanitaria destinata a garantire parti sicuri alle gestanti e inizio di vita sicuro ai nascituri. Perché sia così occorrono molteplici condizioni fissate dalla Conferenza Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 nel documento contenente “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo”.
Il documento contiene dieci linee di azione per raggiungere quell’obiettivo. Devono essere presenti nelle 24 ore competenze professionali specifiche (ostetrico, ginecologo, neonatologo), tecnici per esami di laboratorio, sangue per trasfusioni, anestesista, sala operatoria e personale infermieristico specializzato. Devono essere razionalizzati e progressivamente ridotti i punti nascita con pochi parti annui. Deve essere predisposta una carta dei servizi. Devono essere sviluppate e divulgate raccomandazioni e linee guida; vanno promosse le procedure di controllo del dolore, la continuità assistenziale e l’integrazione col territorio; va curata la formazione degli operatori. Devono essere istituiti appositi organismi: un Comitato Nazionale per il Percorso Nascita (CPN), e, in ogni singola Regione, un Comitato Regionale per il Percorso nascita (CRPN).
Il Sottosegretario alla Salute Paolo Sileri, rispondendo in Senato il 5 dicembre 2022 a una interrogazione parlamentare, ha dichiarato che è prevista la “rimodulazione” del documento del 16/12/2010, dando particolare importanza alla definizione del volume minimo dei parti. Da parte sua la Regione Emilia Romagna ha soppresso i punti nascita situati in montagna in provincia di Bologna, Parma e Modena, dove nascevano pochi bambini all’anno.
Alcuni giorni fa, nel punto nascita della Clinica Sacro Cuore di Cosenza, si è verificato un episodio clamoroso, di cui hanno dato notizia quotidiani e telegiornali nazionali e regionali. Vi sono ancora molti aspetti da chiarire. Ma già risulta che la sera del 21 gennaio scorso, una donna (Rosa Vespa, di 51 anni), è riuscita ad introdursi abusivamente in una camera di degenza del punto nascita spacciandosi per infermiera e a chiedere a una puerpera ivi degente di darle il neonato per cambiargli la biancheria. Ricevutone un rifiuto, aveva allora preso il neonato più vicino, senza accorgersi che non era un maschio ma era una bambina. Subito dopo fuggiva velocemente per dirigersi in un’auto guidata dal marito Anselmo Moses verso la sua abitazione in un paese della cintura (Castrolibero). Quivi da tempo aveva fatto credere a tutti di essere incinta, di attendere un maschio esibendone ecografie, ed aveva preparato un ricevimento per festeggiare la nascita.
La Polizia, chiamata dalla Clinica, aveva rilevato il numero di targa della vettura dalla videocamera esterna di sorveglianza, e si era subito diretta a Castrolibero dove nell’abitazione della donna aveva trovato la bambina incolume restituendola agli angosciati genitori e arrestando in flagranza la donna ed il marito.
La RAI ha dato la notizia elogiando con enfasi il rapido successo della Polizia: successo peraltro scontato per la conoscenza del numero di targa dell’autovettura. Il Capo della Squadra Mobile di Cosenza ha ammesso che è necessario aumentare i controlli sugli ingressi nei punti nascita. Il padre della bambina rapita ha dichiarato che non c’è nessun controllo e che da quel punto nascita entra ed esce chiunque.
Il Garante regionale, rieletto nel 2022, non ha emesso comunicati, né risultano suoi interventi malgrado l’alta specializzazione in materia minorile esibita sul sito della Regione. Il Comune di Cosenza ha messo on line un comunicato in cui si rende noto che “è operativo” lo sportello per le adozioni nazionali e internazionali. Si tratta di un comunicato risalente al 26 maggio 2009, mai aggiornato. Nessun commento sul rapimento della piccola.
In questo desolante contesto si deve ricordare che nelle dieci linee di azione indicate nell’accordo Stato – Regioni del 16 dicembre 2010, è menzionato l’impegno a sviluppare e implementare informazioni sulle modalità assistenziali dell’intero percorso nascita. Il sottosegretario Sileri, rispondendo in Senato il 5 dicembre 2022 a una interrogazione parlamentare, ha dichiarato che è prevista una “rimodulazione” dell’Accordo Stato-Regioni sopra menzionato dando particolare importanza alla definizione del volume minimo dei parti. Da parte sua la Regione Emilia Romagna, ha soppresso tra il malumore dei cittadini i punti nascita situati sull’Alto Appennino bolognese, modenese e parmense a causa del basso volume dei parti. L’on.le Sileri ha inoltre dato notizia che con d.m. 11 aprile 2018 è stato ricostituito il Comitato Percorso Nascita Nazionale presso il Ministero della Salute.
Sulla possibilità che siano avvenuti approcci di tipo economico o finanziario, la Procura per i Minorenni di Cosenza potrebbe svolgere indagini. Sulle cause accertabili del “rapimento” andrebbero consultati gli archivi del Tribunale per i minorenni di Cosenza, al fine di verificare se vi siano state domande di idoneità all’Adozione Internazionale e con quali esiti.
Poiché le indagini sono in corso, è bene attendere le comunicazioni ufficiali. Resta però il fatto che l’86% delle morti alla nascita avviene per emorragia post partum, e che in Italia i parti cesarei sono in numero elevatissimo.
Il desiderio spasmodico di genitorialità/maternità mostrato dalla donna calabrese contrasta con il crollo delle domande di adozione. Al TM di Milano si è passati dalle 1232 del 2001 alle 419 del 2024. Parallelamente, va registrato il drastico calo delle nascite e delle dichiarazioni di adottabilità: pochi figli, poche adozioni. Situazione rischiosa, dove possono attecchire sistemi di adozioni dietro corrispettivo economico o finanziario. Il mercato dei bambini è sempre aperto.
Eppure, non lontano dai nostri confini, un numero elevatissimo di bambine e di bambini ha bisogno di una famiglia e di adulti che se ne prendano affettivamente cura. L’adozione internazionale, applicata nel rispetto delle norme convenzionali che la disciplinano, è lo strumento giuridico che può da tempo costituire una risposta corretta.
Luigi Fadiga, giudice minorile