Regia: Martin McDonagh  

Genere: Drammatico, Thriller 

Tipologia: Morti violente, perdita di un figlio

Interpreti: Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Peter Dinklage, John Hawkes, Abbie Cornish, Caleb Landry Jones, Lucas Hedges, Kerry Condon, Zeljko Ivanek, Amanda Warren

Origine: USA

Anno: 2017 (Uscita Gennaio 2018)

Trama: Tre Manifesti a Ebbing, Missouri segue le tragicomiche vicende di una madre in cerca di giustizia per la figlia, che ingaggia una lotta contro un disordinato branco di poliziotti pigri e incompetenti. Dopo mesi trascorsi senza passi in avanti nelle indagini sull’omicidio di sua figlia, Mildred Hayes decide di prendere in mano la situazione e “rimbeccare” le indolenti forze dell’ordine. Sulla strada che porta in città, la madre furente noleggia tre grandi cartelloni pubblicitari sui quali piazza una serie di messaggi polemici e controversi, rivolti al capo della polizia William Willoughby. Lo stimato sceriffo di Ebbing prova a far ragionare la donna, ma quando viene coinvolto anche il vice Dixon, uomo immaturo dal temperamento violento e aggressivo, la campagna personale di Mildred si trasforma in una battaglia senza esclusione di colpi, calci, schiaffi, morsi, insulti e frasi scurrili. 
Recensione: Presentato in concorso alla settantaquattresima edizione della Mostra del Cinema di Venezia (dove si è aggiudicato il premio per la migliore sceneggiatura), al Festival di Toronto e al Festival di San Sebastian, Tre manifesti a Ebbing, Missouri, in uscita nei cinema in Italia il 18 gennaio 2018, è diretto da Martin McDonagh, rinomato autore teatrale di origini irlandesi approdato al cinema a metà degli anni Duemila e noto ai più per aver diretto In Bruges e 7 psicopatici. Una madre in cerca di giustizia, o di vendetta, per la morte atroce di una figlia; uno sceriffo malato; i suoi assistenti razzisti e bifolchi; un mondo violento e indifferente, ignorante; odio che alimenta altro odio, violenza che si somma alla violenza. Fino a quando un gesto estremo non apre uno spiraglio alla calma e alla compassione, non versa una goccia d’amore in quel mare scuro e profondo fatto di cattiveria riuscendo – forse – a dare la stura a un processo inverso. Perché, se il male è contagioso, può esserlo anche il bene.