Il volo del Colibrì nella sapienza ancestrale delle comunità indigene mesoamericane annuncia la relazione ontologica con il divino, con la trascendenza.
Nelle nostre intenzioni il messaggio di questo volo desidera intrecciare con voi un messaggio di condivisione perché il dolore quando si accompagna alla solitudine scava abissi di disperazione, la comunione invece, ci aiuta a superarlo.
La trascendenza alla quale pensiamo è in quel noi nel quale si realizza l’io. Il noi e la solidarietà sono forme minime di quella piccola trascendenza che mi distoglie dalla gabbia angusta e seducente dell’ego. Scrive Teilhard a proposito dell’egoismo: “Per essere pienamente noi stessi, dobbiamo avanzare nella direzione opposta, nel senso di una convergenza con tutto il resto, cioè verso l’Altro. Il compimento di noi stessi, il culmine della nostra originalità, non è la nostra individualità, è la nostra persona; e questa, data la struttura evolutiva del Mondo, non possiamo scoprirla che attraverso l’unione” [1] .
Ma, allora l’educazione deve aiutarci a costruire le chiavi di lettura anche del dolore e farne occasione di crescita. In questo, il soggetto si forma e dà forma al mondo attorno a sé.

[1] P. Teilhard De Chardin, Il Fenomeno umano, cit., p. 245.

A cura di Anita Gramigna, professore ordinario di Pedagogia Generale e Sociale -Università degli Studi di Ferrara- e docente del Master Tutela, diritti e protezione dei minori.

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