Che la terra ti sia lieve. Non ti sembra strano che queste parole vengano usate come epitaffio sulla tomba di chi muore?” sussurrò Nina. “No, … che ti sia lieve la terra, che non ti pesi quando ti seppelliamo, che non ti intrappoli in questo mondo, ma ti permetta comunque di lasciarlo, di partire…” “Si, forse hai ragione, per me però queste parole hanno un sapore di vita, come a dire che il tuo passaggio sulla terra sia lieve….” Olivia, Irena, Nur, e Nina, quattro figure femminili che ci raccontano del presente e di memorie lontane sospese tra l’Italia, i Balcani e il Libano. L’autrice, Camilla de Concini, racconta le vicende di donne, molto diverse per cultura ed età, unite da un legame di amore e di perdita con la quale, ciascuna a modo loro, deve scendere a patti e sulla quale devono imparare a costruirsi un nuovo percorso senza la persona tanto amata, arrivando finalmente a contare l’una sull’altra.
Attraverso una turnazione di diversi punti di vista narrativi, l’autrice riesce a cogliere con una sensibilità di alto livello le difficoltà di ciascuna protagonista: solitudine, abbandono, sconcerto, lutto, perdita, tradimento e in tutte, un forte e determinato desiderio di rinascita.
Le storie si estendono anche da un punto di vista geografico, spaziando dall’Italia al Libano passando per l’area balcanica e la Turchia, in un lungo viaggio attraverso culture diverse simbolico rispetto al viaggio interiore che le protagoniste devono affrontare per l’elaborazione del lutto.

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