Ogni genitore comprende che la perdita prematura di un figlio, cioè di una parte vivente di sé e del proprio amore, è quanto di più orribile si possa immaginare. Se ogni dolore dei nostri figli ci tocca tanto nel profondo, se la loro infelicità anche momentanea è insopportabile, quanto male, attimo dopo attimo, può fare la perdita definitiva? Solo il ricordo continuo, il rivivere, il pensare, l’abbraccio della mente, anche attraverso la poesia, può dare qualche momento di frescura.
Il lettore, allora, anche se non abituato a prediligere la poesia, può condividere, in questo caso, le emozioni alte e indelebili di una mamma verso un figlio che solo fisicamente non c’è più.
(Renata Rusca Zargar)

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