Romanzo di Joel Dicker

Quello che vi propongo oggi è il nuovo romanzo giallo di Joel Dicker, un giovane scrittore già molto consolidato nel panorama della letteratura internazionale. Narra la storia di una giovane donna, Alaska Sanders, ex reginetta di bellezza, che viene trovata morta nel 1999 sulla riva di un lago nel New Hampshire. Del suo omicidio vengono accusati il fidanzato ed il suo amico. Undici anni dopo, uno degli ispettori di polizia che avevano condotto le indagini viene avvertito con un messaggio anonimo che il caso potrebbe non essere ancora chiuso. Ad addentrarsi nei meandri di questo mistero, l’ispettore di polizia Perry Gahalowood sceglie di farsi affiancare dal caro amico e scrittore Marcus Goldman. È quest’ultimo un personaggio che, per chi aveva amato i romanzi precedenti  Il libro dei Baltimore e La verità sul caso Harry Quebert, è già conosciuto: giovane scrittore emergente, per molti aspetti assimilabile allo stesso Joel Dicker, ha un passato di grandi sofferenze, dovute alla scomparsa di alcuni membri della propria famiglia. È proprio questo dolore, la consapevolezza di come la morte possa abbattersi improvvisamente, e tragicamente, sulla vita apparentemente perfetta delle persone a guidare Marcus Goldman nell’investigare su casi irrisolti di omicidio. Il restituire giustizia alle vittime ed ai loro familiari gli permette di riappacificarsi con una parte della propria vita che appare destinata a non trovare mai una giusta conclusione e rielaborazione. Il romanzo presenta una trama assolutamente avvincente, ricca di colpi di scena, con un finale affatto scontato, fino all’ultima pagina. Ma non è solo questo a renderlo un grande romanzo. La bravura di Joel Dicker risiede proprio nella capacità di costruire i tasselli di un intricato puzzle senza tralasciare lo spessore umano di tutti i personaggi. Dietro le sue descrizioni, si colgono le sfumature di un’anima profonda e tormentata, consapevole del dolore che la vita può riservare senza snaturarne la bellezza. Emergono valori fondamentali come la lealtà e l’amicizia, anche quando offuscati da sentimenti umani come l’invidia, il risentimento, la sconfitta. Non sono esseri umani perfetti quelli che Joel Dicker vuole presentarci, ma persone contraddistinte da una complessità che rispecchia in pieno la natura umana. Per questo le sue storie sono così credibili e così vicine al nostro modo di pensare e di comunicare. Anche quando vengono descritti segreti inconfessabili e viene sviscerata la reale personalità dei personaggi, nessuno di questi risulta completamente disallineato rispetto alle caratteristiche che un qualsiasi essere umano può presentare. Queste rappresentazioni sono un inno all’imperfezione, al diritto umano a vivere tutte le emozioni e le sensazioni nel profondo, senza essere tacciati necessariamente di incoerenza o di malignità. Si può amare profondamente una persona, conservando nel profondo del proprio cuore un po’ di sana invidia per i suoi talenti, che vorremmo potessero essere anche un po’ nostri. Aldilà di queste considerazioni, assolutamente personali, rimane un romanzo scritto in maniera magistrale. Che si divora in pochi giorni nonostante la corposità, ma ormai Joel Dicker ci aveva abituati ai romanzi lunghi, e che ci lascia con un unico grande punto interrogativo: a quando il prossimo?

Monica Betti

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