Prince è morto. “Ei fu!” avrebbe detto il grande romanziere e poeta. Il gigante della musica non c’è più! Una generazione di giovani e meno giovani lo piangono sbalorditi, attoniti, colpiti per la sua improvvisa ed immatura scomparsa a soli cinquantotto anni.

Rogers Nelson Prince non è né l’unico né l’ultimo grande artista a lasciare orfani i propri fan. L’hanno già fatto, in tempi e maniera diversa, avvolti nel mistero e con morte anche tragica, passando alla leggenda, altri grandissimi della musica pop come Elvis Presley, John Lennon, Michael Jackson, Whitney Houston, Any Winehose, David Bowie.

La sera del 21 aprile, quando i media ne annunciano la morte, milioni di fan, sparsi in tutto il mondo si sentano orfani. Cercano la sua musica per condividerne la grandezza e, attraverso di essa, esorcizzare una morte che non vogliono accettare, rielaborare quel lutto assurdo, provare a riempire la voragine che la sua assenza come un sisma improvviso e implacabile sta scavando nei loro cuori. La cercano invano su internet per intrecciare fra loro ricordi, sogni, commenti e rendere meno pesante il dolore. Un coro di voci spontanee, magari spinte dalla curiosità dell’evento straordinario, ma con l’unico scopo di rendere omaggio, celebrare, dare ai social una funzione e un significato di catarsi collettiva.

Ma il musicista di Minneapolis è stato grande anche in questo. Consapevole della sua prossima uscita dalla scena del mondo ha provveduto, sin dal luglio dello scorso anno, ad eliminare ogni traccia di se stesso e della sua musica da youtube e da ogni servizio streaming, quasi volesse rimanere soltanto nei cuori e nelle menti di chi l’ha apprezzato ed amato.

Ha intuito la corsa verso la sua immagine e la sua arte che la sua imminente morte avrebbe suscitato, ed ha voluto fermarla in tempo per dimostrare che la grandezza della sua musica non coincide con l’evento luttuoso, va riconosciuta e custodita a prescindere. La morte è solo un incidente, non interrompe la vita che, se grande, continua ad essere tale anche dopo, in “eterno”.

A Prince, come a tutti i grandi della Storia, non interessa la condivisione e il compianto del momento. La vera elaborazione del lutto è la consapevolezza che la persona defunta, colui o colei che amiamo, soprattutto se grande, rimane nella memoria collettiva e continua ad essere viva e presente per sempre.

Solo questo può confortare gli orfani, anche quelli di Prince, e dar loro la forza di accettare il luttuoso, improvviso e prematuro evento.

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