Ulf Stark

Edizioni Iperborea, 2017 (prima edizione 1992)

Un pomeriggio, mentre io e Bertil (Berra per gli amici) dondoliamo sulla nostra altalena fatta in casa con un’asse e un bidone, gli dico che devo andare a trovare mio nonno. Mangeremo la torta, perché è il giorno del suo compleanno. 

  • E mi darà anche cinque corone – gli dico.  
  • Ma come, ti dà dei soldi quando compie gli anni? – chiede Berra meravigliato.
  • – Sì – rispondo. Me lì dà tutte le volte che vado da trovarlo.

Berra però un non lo ha, e naturalmente, viste le premesse esposte dall’amico, vorrebbe proprio averlo. 

Ulf ha naturalmente pronto un piano e gli dà appuntamento al giorno dopo, consigliandogli di vestirsi in maniera “presentabile”.

I due si incontrano con Berra che << Si è lavato per bene, ha messo un cerotto nuovo sul mento e in mano tiene un fiore di calendula che ha trovato nel giardino del signor Gustavson”. >>.

Ed ecco che i due, guidati da Ulf, si dirigono al luogo eletto per trovare un nonno: L’ospizio della città.

Una volta arrivati, non senza qualche tentennamento, Berra si presenta ad un vecchietto con le bretelle che << ha l’aria di essere abbastanza vecchio >>. Grazie ad una consapevolezza tacita, basata sulla reciproca necessità e piacere, Berra ed il vecchio decidono di scoprirsi nipote e nonno da tempo dimenticato. 

Si innescano a questo punto una serie di momenti in perfetto stile Ulf Stark. Tra le risate piene e vive nipote e nonno fanno amicizia consolidando la propria relazione su una reciproca scoperta. Fondamentale, vedremo alla fine, il momento in cui il nonno insegna loro a costruire un aquilone che realizzano con un foulard della sua defunta moglie.

Un pomeriggio Berra, che non ha dimenticato di vedersi regalati dei soldi in quanto nipote, durante un momento di chiacchiera chiede al nonno quando sarà il suo compleanno.

<< Meglio che non arrivi troppo tardi>> risponde l’uomo. 

Ed ecco allora che Ulf e l’amico, ignari del significato della punteggiatura fatta dall’adulto, organizzano una meravigliosa festa. Anche solo la lettura di questo momento meriterebbe l’acquisto del libro. Vi è un incontro di reciproca curiosità, sensibilità alle differenti necessità, una cura alla bellezza che racconta della necessità di vivere il tempo al meglio del possibile. Un incontro tra chi ha la vita declinata al presente assoluto e totalizzante, e chi invece pensa che sia meglio far arrivare il compleanno il prima possibile. Non c’è malinconia, ma una naturale gratitudine per la meraviglia concessa. Una concentrazione all’attimo, al piacere, alla relazione. Il tutto senza mai un passaggio esplicativo. Il testo fa accadere e lascia alla lettrice/ore quale colore dare. 

La festa non è però solamente di compleanno. E’ anche un commiato di cui tutti sono inconsapevoli. Ecco che alcuni giorni dopo quando Berra ed Ulf vanno a trovare il nonno lui non c’è. 

  • Si sarà perso? – chiede Berra
  •  Lo fa sempre. – risponde Ulf.

Un carro funebre all’ingresso della struttura racconta che è il signor Nills, questo il suo nome, è morto. 

I due protagonisti entrano noncuranti nella cappella dove si sta officiando il rito. Berra senta la necessità di un commiato. Anche qui la maestria di Ulf Stark si manifesta. Il momento dell’addio è declinato al futuro. A ciò che di noi può continuare dentro e grazie agli altri/e. Vediamo così Barra avvicinarsi alla bara e fischiettare, finalmente per la prima volta, Sai fischiare Johanna, un motivetto insegnatogli proprio da nonno Nills. Ed infine i due escono dalla cappella e salutano il carro sino alla scomparsa dietro la curva. 

I lasciati sono però tanti, e lo scrittore svedese non manca di ricordarcelo con l’ultimo dialogo tra i due protagonisti. 

  • Adesso cosa facciamo? – chiedo io a quel punto (Ulf ndr)
  • Proviamo l’aquilone – risponde Berra. – Perchè oggi s’è alzato il vento. 

Per un approfondimento su Ulf Stark

Intervista immaginaria 

Intervista all’autore

ttps://www.wcl.govt.nz/blogs/teens/index.php/category/interview/