Uno Sguardo al Cielo vi invita a partecipare alla seconda serata di conversazioni sul lutto che si terrà giovedì 15 ottobre 2015 alle 0re 20.30 presso il Dipartimento di Studi Umanistici della Università di Ferrara.

Il tema della serata “Il suicidio in famiglia: il sostegno ai sopravvissuti” è estremamente delicato e complesso e verrà trattato dal dr. Antonio Loperfido, psicologo-psicoterapeuta presso il Dipartimento di Salute Mentale di Pordenone, professionista dalla corposa esperienza sul campo.

“Il mio interesse – commenta il dr. Loperfido – verso il fenomeno del suicidio risale al 1981, quando il Centro di Salute Mentale, presso il quale lavoro, decise di condurre una ricerca sui suicidi avvenuti nel pordenonese tra il 1970 e il 1980. Per svolgere l’indagine di carattere statistico-epidemiologico mi recai di casa in casa. In questo modo ebbi l’opportunità di conoscere ottanta condizioni di vita, di solitudine, lutti non elaborati, tante domande lasciate in sospeso, rimorsi e sensi di colpa, sentimenti di rabbia e di vergogna” (Loperfido, in press).

Il fenomeno commenta l’esperto è in notevole aumento. “Nel mondo ogni tre secondi una persona tenta di uccidersi e ogni quaranta secondi riesce nel suo intento (Suicide prevention in WHO Sites: Mental Health, World Health Organization, 2006). Negli ultimi anni il numero dei suicidi ha purtroppo subito un notevole aumento con un coinvolgimento di tutte le fasce di età, sesso e cultura. Uno studio pubblicato dall’OMS nel settembre 2014 ha stimato che in tutto il mondo, ogni anno, almeno 800.000 persone si tolgono la vita e di questi suicidi più della metà avviene nei paesi a basso e medio reddito. Se si prende in considerazione la situazione del tasso di mortalità suicidaria in Italia, si nota che anche nel nostro Paese, negli ultimi anni, si è avuto un peggioramento. Negli anni 2006 e 2007, inizio della crisi economica, si sono registrati circa 3600 suicidi; nel 2014 si è avuto un incremento di circa il 12% con 4000 suicidi ogni anno, in particolare tra i maschi di età compresa dai 25 ai 64 anni, coincidente proprio con l’età lavorativa” (ivi).

Il fenomeno del suicidio e del sostegno psicologico rivolto ai sopravvissuti è un tema estramamente presente (anche se negato e nascosto spesso) nella società ed all’interno delle nostre relazioni qutodiane.

Diventa, a questo punto, fondamentale poter condividere questi aspetti  per conoscere non solo gli elementi di ordine numerico e statistico, come è stato qui proposto, ma per comprendere in profondità le dinamiche intime e profonde che coinvolgono le famiglie.

 

 

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