Regia: Ingmar  Bergman

Genere: Drammatico

Interpreti: Harriet Anderson, Kari Sylwan, Ingrid Thulin, Liv Ullmann, Erland Josephson, Henning Moritzen, Georg Arlin, Anders Ek, Inga Gill, LInn Ullmann

Origine: Svezia

Anno: 1972

Trama: Agnese trascorre i suoi ultimi giorni di vita in una villa alla periferia di Stoccolma in compagnia di Karin e Maria, le sue due sorelle, e di Anna, la governante. Karin è egoista, crudele, Maria  è estroversa e superficiale. L’unica ad essere realmente toccata dal dramma di Agnese è Anna, che se ne prenderà cura fino alla morte. Alla scomparsa di Agnese le due sorelle si divideranno per sempre mentre la governante rivive la fugace serenità delle tre sorelle sfogliando le pagine del diario di Agnes.

Recensione: Realizzato nonostante notevoli difficoltà produttive (il regista dovette impegnare quasi tutti i suoi averi e chiedere agli interpreti principali di coprodurre il film) Sussurri e grida è, senza ombra di dubbio, uno dei capolavori bergmaniani. Va subito segnalato che ci sono tre protagonisti non interpretati da esseri umani in questo film in cui Bergman torna invece sulla perfezione del numero 4 (4 donne protagoniste e 4 uomini come personaggi minori). Si tratta del tempo, del suono e del colore. La dimensione temporale viene segnalata dal succedersi di orologi in apertura. Il divenire che conduce a una morte al di là della quale Bergman dubita ci sia un dio ad attendere Agnes, si intreccia con quello che riemerge nei flussi di coscienza che rinviano a un passato in parte rimosso e in parte sempre presente. Il suono e la sua assenza giocano, a partire dal titolo, un ruolo importante che condividono con una musica che esplicita la sua funzione espressiva con i brani di Chopin e Bach. C’è poi il colore rosso che non si limita ad essere presente ovunque nella scenografia ma che invade più volte, con la sua forza simbolica, il fotogramma.
Il motivo dominante è comunque il peso che il passato impone alla vita di ognuno. Qui si tratta di un vissuto che torna a premere sul presente non solo come substrato psichico ma anche con una sua presenza che sta tra il fantasmatico e il carnale.

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