La giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro è promossa dall’ Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) con lo scopo di migliorare la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.

Purtroppo gli incidenti sul lavoro non diminuiscono e il 2018 registra già il tragico record di 151 morti dall’inizio dell’anno. In dieci anni, secondo l’Osservatorio Indipendente di Bologna le vittime di infortuni sul lavoro, in Italia, sono più di tredicimila. Tutte disgrazie prevedibili, tragedie annunciate, sulla carta facili da evitare, simili fra loro, causate dalla mancanza o di poco adeguati accorgimenti di sicurezza messi in atto sui luoghi di lavoro: caduta dall’alto senza il caschetto protettivo, in edilizia; schiacciati da mezzi pesanti in agricoltura; crolli, esplosioni, asfisia in industria. Ultimi incidenti e vittime in ordine di tempo, marzo-aprile 2018 l’esplosione nell’azienda di famiglia nel Varesotto che ha coinvolto mamma e figlio di 62 e 30 anni; l’operaio albanese di 37 anni, a Poggio Caiano (Prato) che cade dall’altezza di 2 metri e batte la testa; l’operaio investito da bitume bollente il 9 aprile scorso.

La sicurezza sul posto di lavoro oltre a evitare morti, tragedie immani ed inevitabili invalidi che inesorabilmente peseranno sul bilancio familiare, sanitario e sociale, in questo periodo di crisi, potrebbe dare sollievo alla dilagante disoccupazione. Nel 2008  entra in vigore il “Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” che recepisce una serie di direttive a livello europeo che richiede molte professionalità, diversificate e  con compiti ben definiti.                                                                                                                                    La sicurezza, infatti, è un settore molto dinamico, per via dei continui aggiornamenti delle tecnologie e della produzione normativa e ne consegue che le imprese sono sempre più alla ricerca di professionalità adeguateAd osservare i team che si occupano di sicurezza sul lavoro si ribaltano anche i pregiudizi di genere, secondo il trend che vede negli ultimi anni un’accresciuta presenza delle donne nel settore che inverte la tendenza diffusa che è quella di premiare le professioni tecniche e di sesso maschile.                                                                  Il pilastro della prevenzione aziendale è il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Inoltre, il Servizio di Prevenzione e Protezione si occupa di tutta la parte di formazione e informazione in materia di sicurezza. Al Servizio giungono anche tutte le segnalazioni, da parte dei dipendenti e dei lavoratori, di quelle che sono le perplessità rispetto alla sicurezza in azienda.

Il mercato della sicurezza sul lavoro diviene, così, estremamente ampio. Le aziende, così come la pubblica amministrazione, necessitano per legge di figure professionali ben precise che si occupino di sicurezza.                  Ed è questo il tema chiave su cui tornare a riflettere nell’ Italia di questo inizio 2018: osservare la realtà dalla prospettiva della disoccupazione. Lo sottolinea e lo sollecita, a Linkiesta.it, Patrizia Tullini  dell’Università degli Studi di Bologna:

«Confermo che questo tipo di professione è molto ricercata dalle aziende. Lo dico “a ragion veduta”, perché vengo costantemente contatta da aziende in cerca di giovani ragazzi da inserire come stagisti, ma anche per vere e proprie assunzioni. L’offerta è ampia perché la normativa si adatta a diversi settori: ha il campo di applicazione più vasto possibile, nel privato, come nel pubblico, dalle amministrazioni comunali, alle carceri, ai ministeri, fino alle industrie metalmeccaniche e alle università etc». «Le figure più note che sono entrate nel nostro ordinamento», aggiunge la professoressa Tullini, «sono quelle di Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) e di Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP), ma non sono le uniche. Assieme a loro c’è il medico competente in igiene e salute nei luoghi del lavoro, e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, che spesso è un rappresentante sindacale, ed è la figura di riferimento per i lavoratori. Così si viene a formare un vero e proprio team composto da un certo numero di professionisti della sicurezza. Queste sono le figure base. Poi entrano in gioco altre professionalità, che possono essere maggiormente sfaccettate».

Un ventaglio di professioni  eterogenee: formatori, consulenti, project manager etc. Professionalità trasversali e molto richieste che vanno dal mondo tecnico, a quello umanistico, a quello comunicativo-relazionale. Una grande occasione, ma attenzione: il tema della sicurezza è spesso inflazionato, ed esiste un sottobosco di corsi di formazione e la Tullini fa, infine, luce su un punto fondamentale: la non improvvisazione del settore della sicurezza:«L’ improvvisazione e un presunto risparmio sulle professionalità possono creare infortunii inevitabili ai lavoratori ed esporre il datore di lavoro a rischi penali e civili».

Il 28 Aprile è anche il giorno dell’International Workers’ Memorial Day.

In tutto il mondo viene promossa la prevenzione delle malattie e degli incidenti sui luoghi di lavoro ed il ricordo delle vittime. E’ possibile seguire gli eventi, spesso promossi dalle associazioni sindacali, in molti Paesi sul sito 28april.org. In Italia, ad esempio, questa giornata è un’occasione per ricordare anche tutte le vittime dell’amianto.

Alessandra Chiaromonte

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