“Il presente è il solo momento in cui possiamo conoscere qualcosa. Il presente è il solo momento in cui possiamo percepire, sentire, imparare, agire, cambiare, guarire. Per questo diamo un valore tanto grande alla consapevolezza momento per momento. Impararla richiede una certa pratica. Ma la pratica stessa porta in sé la propria ricompensa: rende le nostre esperienze più vivide e la nostra esperienza più reale”

Jon Kabat-Zinn, Vivere momento per momento

Mi sono appassionata alla pratica mindfulness dopo un significativo incontro con le attività del servizio di counseling psicologico di ateneo dell’Università di Ferrara “Da soli mai”, diretto dalla prof.ssa Bastianoni.

Ho applicato in maniera innovativa e personale la pratica di mindfulness negli scavi archeologici di via Appia 39 intuendola come strumento prezioso per favorire un approccio consapevole al patrimonio culturale, in quanto la pratica mindfulness agevola l’apprendimento basato sull’esperienza cognitiva ed emotiva secondo il modello concettuale sviluppato da Waters et al. (2014)

Il sito archeologico Appia antica 39 è ricco di reperti archeologici, immaginate le mani che li hanno creati, la vita che hanno vissuto. E se fossero i manufatti stessi a raccontarsi?

Studi condotti da De Simone (2017) evidenziano i vantaggi della pratica mindfulness per l’apprendimento che, in questo laboratorio, vengono applicati all’osservazione di un reperto archeologico. 

Li elenco in maniera sintetica e non esaustiva, per darvi un primo input di riflessione:

• APPROFONDIRE LA COMPRENSIONE. La mindfulness facilita una maggiore attenzione alle interazioni con l’oggetto per favorire la riflessione su quell’incontro unico in cui la sospensione del giudizio permette una comprensione nuova e più profonda del reperto, della sua storia e del suo significato

• ASCOLTO ATTIVO. Il reperto stesso può raccontare la storia della cultura che lo ha creato, delle persone che lo hanno utilizzato, e dei cambiamenti che ha subito nel tempo. Può inoltre raccontare la storia della sua scoperta e del suo restauro.

• AUMENTARE LA SENSIBILITA’ AL CONTESTO. La maggiore consapevolezza e attenzione ai propri sensi a cui l’osservatore perviene, grazie alla mindfulness, conduce a vivere il reperto come scrigno di emozioni raccolte durante la sua esistenza in relazione ai diversi contesti in cui è stato creato, utilizzato, scartato.

In conclusione, l’applicazione della pratica mindfulness alla visita di un sito archeologico permette di contrastare l’evitamento esperienziale in contesti con un marcato riferimento alla sofferenza o alla morte. La tendenza ad allontanare esperienze emotive spiacevoli, vista da De Simone (2022) come una barriera all’azione, viene quindi sostituita dall’accettazione che porta ad entrare pienamente in contatto con pensieri ed emozioni. La sospensione del giudizio, tra i pilastri della mindfulness secondo Kabat-Zinn, permette di vedere le cose come se fosse la prima volta, favorendo un atteggiamento curioso e partecipe nei confronti dell’interlocutore, o in questo caso del reperto, che permette di comprendere appieno ciò che sta comunicando

Silvia Baraldi, facilitatrice certificata mindfulness, laureata in scienze del turismo (Manager degli itinerari culturali) e studentessa del corso di Laurea magistrale in formazione, comunicazione e cittadinanza digitale (UniFe).

Per approfondire:

De Simone, M. (2017). La pratica della mindfulness nel contesto formativo universitario: un apprendimento trasformativo? https://doi.org/10.6092/issn.1970-2221/7640

De Simone, M. (2022). Fidelity to reason and adherence to reality with mindfulness practices: problematics and contemplative pedagogy in dialogue. https://doi.org/10.6092/issn.1970-2221/14255

Kabat-Zinn, J. (2020) Vivere momento per momento. Tea

Waters, L., Barsky, A., Ridd, A., & Allen, K. (2014). Contemplative Education: A Systematic, Evidence-Based Review of the effect of Meditation Interventions in Schools. Educational Psychology Review, 27(1). https://doi.org/10.1007/s10648-014-9258-2