Si è spento a Milano il 13 ottobre Dario Fo : drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo e attivista italiano. In questa sequenza sono comprese quasi tutte le varie facce dell’artista, cui la cultura italiana deve molto da tanti punti di vista.

Una delle ultime fatiche di Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura 1997, è stato un libro intervista con Giuseppina Manin, uscito per i suoi 90 anni compiuti il 24 marzo, intitolato ‘Dario e Dio’ (Ed. Guanda) in cui si legge questo dialogo: Esiste? “No che non esiste” Sicuro? “Non c’è, non esiste, non ci credo. Però…” Però cosa? “Che invenzione. Come diceva Voltaire, Dio è la più grande invenzione della storia. E quel che più conta, ha fatto tutto da solo, si è inventato da sé”.

Nato nel 1926 a San Giano (Varese) da un ferroviere e una contadina, Fo studia pittura a Brera e architettura al Politecnico di Milano. Dopo la guerra è l’incontro con Franco Parenti che lo spinge alla stesura di alcuni sketch e a calcare le scene del varietà e della commedia musicale. Negli anni ’60 acquista popolarità con una serie di commedie,  a partire da ‘Gli arcangeli non giocano a flipper’ del 1959 con cui nasce la compagnia Fo-Rame.

Del 2001-2002 l’ultima vera, lunga e trionfale tournee per i teatri di mezza Italia, con la Rame (morta nel 2013), in cui lui recita ‘Lu santo jullare Francesco’ , e lei ‘Grasso è bello’ e ‘Una giornata qualunque’, poi verranno testi, spettacoli, lezioni-recital su Giotto e altri grandi pittori, perché, alla sua età, Fo, oltre a dipingere e far mostre, ancora saliva in palcoscenico.

Alessandra Chiaromonte

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