(V Edizione – a.a. 2016-2017)
È opportuno parlare di morte ai bambini? Cosa posso fare a scuola se un bambino ha perso una figura significativa? Si festeggia ugualmente in classe la festa del papà? È corretto portare il bambino al funerale?
I laboratori si sono proposti di condividere con educatori e operatori coinvolti nei servizi per la prima infanzia un approccio alle tematiche della separazione, della perdita e dell’ abbandono centrato sulla consapevolezza che questi temi richiedono una familiarizzazione con i propri vissuti e con la propria esperienza per poter essere in grado di accogliere i sentimenti e i vissuti dei bambini che li affrontano precocemente senza minimizzarne l’impatto emotivo e la fatica che genera la loro accoglienza .
Lo spazio ha visto la partecipazione di operatori che lavorano nei Servizi per l’infanzia del territorio ferrarese e che quotidianamente sono in contatto con bambini: educatrici, educatori ed ausiliarie. La partecipazione ai seminari da parte di tutto il personale che opera nei nidi e nelle scuole per la prima infanzia, a prescindere dal ruolo svolto, segnala la sensibilità da parte dei singoli e delle istituzioni alla necessità di una preparazione specifica del personale su temi così significativi e rilevanti della vita umana.
Nel corso dell’incontro sono stati affrontanti sinteticamente i costrutti di base connessi all’ elaborazione del lutto con particolare attenzione alla familiarizzazione con alcuni strumenti operativi e metodologie idonee a realizzare un percorso di ascolto, supporto e sostegno emotivo del bambino/a con particolare attenzione agli specifici bisogni evolutivi dell’età in riferimento ai contesti familiare e scolastico.
I partecipanti si sono mostrati molto soddisfatti di accedere a questi eventi formativi caratterizzati dalla libertà di comunicare e condividere esperienze e vissuti lavorativi e personali che inevitabilmente dialogano e si interfacciano in ogni relazione a contenuto educativo e ancora di più quando l’oggetto dell’incontro è la morte e i vissuti complessi che essa genera in ogni essere umano.
L’attività proposta ha coinvolto complessivamente 31 operatori