credit: Immagine tratta dalla copertina di Piera degli spiriti, Davide Toffolo, Panini Comics
L’approfondimento di oggi è legato al podcast con l’intervista a Teresa Porcella, qui il link in caso l’abbiate perso urly.it/31b430, che ha permesso di esplorare il rapporto tra poesia e morte. L’episodio è stato molto denso di consigli bibliografici che hanno spaziato tra differenti continenti, stili, periodi editoriali e storici, interconnessioni tra poesia ed altre arti. Per questo ho pensato di dedicare questo spazio ad un’altra forma della parola poetica: la musica.
L’obiettivo non è di essere esaustivi, non è la ratio di questi appuntamenti, ma di suggerire e condividere delle possibili strade da poter percorrere. Lascio a voi insieme a bambine/i e ragazze/i sperimentare queste strade, trovarne altre e, soprattutto, individuare quelle canzoni e musiche che sappiano creare un ponte con gli immaginari legati alla morte, e naturalmente alla vita.
Una delle motivazioni di dedicare questo approfondimento alla musica è sicuramente quella della vicinanza espressiva tra le due forme d’arte. L’altra è che Teresa stessa, che viene da percorsi musicali, nel podcast ne parla a più riprese. L’ultima, più personale, è data da alcune esperienze che ho portato avanti con Teresa di sonorizzazione di alcune sue poesie. Per cui mi pareva una strada naturale.
Iniziamo.
In generale i legami tra musica e morte sono tanti. Ne cito solo alcuni che andrebbero approfonditi con percorsi personali.
In primis possiamo dire che la musica è una cesura del silenzio. Inizia interrompendolo, lo occupa col suono, ed il suo finire indica il ritorno al silenzio. Ha cioè un andamento simile al rapporto vita e morte.
Movimento che è presente anche all’interno, dato dall’alternanza sempre di pause/silenzi e
suono espresso.
Seppure con la digitalizzazione si sia perso il lato materico, rimane intimamente legata al ricordare. Essendo situata nel tempo ci permette di avere una nostra prima volta e dopo questa un passato, e quindi dei ricordi. Che possono essere legati ad altri momenti più o meno significativi ed a volte intimi, segnanti, fondamentali. Una musica o una canzone può così diventare pietra miliare della nostra vita ed allo stesso essere nostra compagna delineando una identità al passato ed al presente sempre aperta al futuro.
Questa profonda capacità di incidere è data, anche ma non solo, dal suo essere una esperienza totalizzante, completa, che attiva contemporaneamente e senza separazione corpo e mente.
Sempre sul lato del ricordo molte canzoni e musiche sono espressioni di un determinato periodo storico, diventando così anche legame con la comunità. Sia quella in cui viviamo che quella umana in senso più ampio come collettività storica.
Queste sono solo alcune semplici considerazioni. Proviamo ora a vedere delle possibili tracce che si potrebbero esplorare con bambine/i e ragazze/i.
Rapporto con le norme sociali e le tradizioni culturali.
Un primo spazio di indagine può essere quello del rapporto tra musica e contesto storico, in quanto è espressione di immaginari e valori dell’epoca ed allo stesso tempo concorre a costruirli. Questo è vero anche rispetto al rapporto con la morte, rispetto agli stili, ii testi, gli spazi di esecuzione, etc. Ho inserito in bibliografia un articolo divulgativo che ho trovato interessante sul rapporto tra musica classica e immaginari di morte nell’epoca in cui sono stati scritti i componimenti.
Pensiamo solamente ai riti funebri ed alle ricorrenze legate ai morti, dove la musica è spesso presente con canzoni, musiche e danze tradizionali. Trovo interessante come possano essere estremamente differenti tra le varie nazioni e culture. Pensiamo alle grandi differenze tra “La Llorona” e “La Calaca”, canzoni tradizionali de Los día de los muertos, e “Soran Bushi” e “Tanko Bushi” tipiche del Festival Obon giapponese. O ancora il Lumbalù colombiano, una forma tradizionale di canto funebre, o forme per noi più conosciute come gospel, canti gregoriani, requiem, messe.
Può cambiare anche il ruolo e la funzione. Canzoni che accompagnano, raccontano, hanno ruolo di aggregatore sociale. Spesso sono anche dei facilitatori dell’espressione emotiva ed allo stesso tempo permettono di “dire” ciò che non si potrebbe, come in alcune espressioni della tradizione delle prefiche.
In chiave moderna potrebbe essere interessante affrontare il rapporto tra generi musicali ed immagini di morte, rapporto con i limiti, etc.
Un’altra strada percorribile è quella legata alle canzoni nella sua forma moderna. Ecco una piccola rassegna, minima e totalmente arbitraria, da vedere come possibili forme di analisi.
Un primo aspetto è quello del significato dei testi. Nonostante i tanti cambiamenti tra le generazioni la ricerca di frasi che colpiscono e la fascinazione per le parole delle canzoni è tuttora presente.
Ci sono componimenti che lo esplorano direttamente, con riflessione sul valore e senso della morte. Tra titoli italiani, non recenti ma espliciti, mi viene da proporre Ballo in fa diesis minore di Angelo Branduardi che ci riporta all’ineluttabilità della morte e del nostro essere solamente esseri umani. Costruita su una struttura che richiama la danza macabra medievale, su dichiarazione dello stesso autore, fa parte di un album, La pulce d’acqua del 1977, che ebbe una notevole influenza sulla scena musicale italiana. Abbiamo qui un testo che riflette apertamente sul senso della morte.
La riflessione di un testo sulla morte può essere legata al prima. Al nostro soffrire, alla difficoltà di dare un senso alla vita, sino alla depressione. In linea con questa strada vi propongo Everybody Hurts dei R.E.M. In una forma di ballad in cui la voce di Michael Stipe sembra volerci cullare e non farci sentire soli, bensì incitarci a non mollare, a non farci sentirci soli.
Un’altra canzone che può aprire a tematiche molto contemporanee è, tra altre, The scientist dei Coldplay. Il brano è ispirato a The birthmark di Nathaniel Hawthorne da cui prende il tema degli effetti della ricerca di controllo assoluto sulla vita e degli effetti che questo può avere sul nostro benessere.
Un’altra strada spesso esplorata nelle canzoni è quella legata a cosa potrebbe esserci dopo la morte. La Grande Domanda umana, insieme a come poter pagare le tasse direbbe Groucho in versione dylandoghiana, è stata fortemente esplorata dalla musica.
Ecco due titoli da cui partire, di generi molto differenti tra loro.
La prima è umana I Will Follow You Into the Dark dei Death cab for cutie. Un brano del 2006 che offre una possibile alternativa, molto umana e rassicurante, alla possibilità paradiso-inferno.
Visione ancora alternativa quella proposta dai Bone thugs-n-harmony che in Tha Crossroads ipotizzano che la morte sia una sorta di riunione di famiglia. A voi decidere, sulla base della vostra esperienza personale, se sia meglio o peggio di un possibile inferno.
Chiudo questo passaggio con una proposta più complessa, nel senso di meno esplicita: Paradise, dei Talking heads. A voi la ricerca del significato di questo testo di David Byrne che recita nel ritornello
“Chi l’avrebbe detto che il niente
potesse essere così eccitante, così divertente.
Il paradiso è un posto dove non succede mai niente”
Queste sono solo alcune possibili strade che i testi delle canzoni possono offrire dal punto di
vista del significato. Ma non è sicuramente l’unica strada.
Spesso, infatti, i brani sono legati ad esperienze estremamente personali ed autobiografiche, aprendo così anche al rapporto tra canzone ed espressione di se stesse/i.
Pensiamo a Tears in heaven di Eric Clapton scritta dopo la morte del figlio quattrenne caduto da un grattacielo. E sempre stando in tema padri e figli non posso non citare Skeleton trees di Nick Cave, pubblicato dall’autore dopo la morte del figlio. Rapporto che è stato raccontato anche al contrario, ad esempio con Wake Me Up When September Ends dei Green day, in cui il leader affronta la tragica morte del padre.
Il tema della perdita è molto presente. Vi propongo due canzoni di generi musicali molto differenti tra loro.
La prima è Gone Too Soon di Michael Jackson dove l’autore, con la cifra stilistica che lo ha sempre contraddistinto, affronta la morte di un amico. Sempre stando nel racconto della morte di persone care ci spostiamo verso sonorità più elettriche con One More Light dei Linkin Park scritta, appunto, in memoria di un amico.
Chiudo questa seconda strada con un’esperienza a dir poco coraggiosa. Mi riferisco a Blackstar di David Bowie. Infatti, l’autore ha lavorato all’album durante la malattia che l’ha portato alla morte.
I possibili percorsi sarebbero ancora tanti. Pensiamo alle storie racchiuse nelle canzoni, come Ode to Billie Joe di Bobbie Gentry o Non alla morte, non all’amore né al cielo di Fabrizio De Andrè. Quest’ultimo apre poi ad un altro percorso dato dal rapporto tra letteratura e canzone, sempre legato al tema immaginari di morte. O ancora ad Hurt scritto originariamente dai Nine Inch Nails ma portato al successo da un Johnny Cash ormai anziano che ne dà un significato completamente differente nella sua interpretazione. Per capirlo meglio vi consiglio di vedere il video della canzone. I legami sono tanti, percorribili e, personalmente, molto affascinanti.
Prima di chiudere due parole sull’immagine scelta.
Si tratta della copertina di Piera degli spiriti, un fumetto di Davide Toffolo che mi sento di consigliarvi per esplorare un’ulteriore commistione di forme artistiche.
Interessante, tra le tante motivazioni, perché l’autore è, anche, un musicista, leader della band I tre allegri ragazzi morti. E se lo stile vi piace potrete leggere anche Cinque allegri ragazzi morti, sempre per Panini Comics, in cui il legame col gruppo musicale, e con la morte e la morte, viene esplorato in forma ancora più diretta.
Non mi resta che salutarvi ed augurarvi buone storie lette e…ascoltate.
Sitografia e bibliografia:
https://www.ricp.it/archivio/3871/articoli/38574/
Jankélévitch Vladimir, La musica ineffabile, Jaca Book
https://interlude.hk/15-pieces-of-classical-music-about-death/
https://parade.com/entertainment/songs-about-death playlist musica pop e morte
https://saintdiamonds.com/blog/40-meaningful-songs-about-death-loss-and-grief-to-help-you-cope/ pop e non solo e morte e perdita
https://www.billboard.com/music/music-news/songs-about-death-dance-music-6251739/ rock pop e successi