“Il 30 settembre 1988 dissi a mia madre che mi sentivo la testa così leggera che avevo paura di andare a sbattere contro il muro. Da tre giorni non mangiavo quasi niente. Lei mi portò dal pediatra. (…) La prima sera in ospedale, un’infermiera mi portò un vassoio di cibo, che io rifiutai. (…) Il giorno dopo le infermiere mi attaccarono una flebo.” Con queste parole, Rachel Aviv, nel prologo del suo libro, racconta il drammatico inizio della sua esperienza con l’anoressia, vissuta all’età di sei anni. La sua storia, quella della “presunta anoressica più giovane d’America,” non è solo un racconto personale, ma una dichiarazione di intenti: la ricerca di parole per esprimere il disagio mentale, dando voce a chi spesso rimane inascoltato.
Nonostante fosse ricoverata in uno degli ospedali più avanzati degli Stati Uniti, i medici non sapevano come affrontare un caso così unico: una bambina di sei anni con un disturbo alimentare. Rachel, però, riesce a superare la malattia e costruirsi una vita appagante, mantenendo vivo il ricordo della “bambina ricoverata” e trasformandolo in un impegno verso gli altri. “Non avevo mai sentito parlare di anoressia. Quando mia madre mi riferì la diagnosi, la parola mi suonò come una tipologia di dinosauro,” ricorda Aviv, evidenziando l’innocenza e l’ignoranza di una bambina di fronte a un termine così carico di significato.
Nel libro, Aviv esplora le vite di cinque protagonisti — Ray, Bapu, Naomi, Laura e Hava — accomunati da profonde fragilità mentali. Attraverso i loro diari, poesie, blog e memorie, l’autrice costruisce un quadro complesso del disagio mentale negli Stati Uniti, intrecciandolo con le disuguaglianze sociali, razziali e di genere. Il risultato è un’analisi critica della psichiatria moderna, capace di illuminare le zone d’ombra della pratica medica e sociale.
La tragedia di Naomi e le ingiustizie del sistema sanitario
Naomi, una giovane madre afroamericana del Minnesota, è uno dei casi più toccanti. “Aveva 24 anni ed era la madre di quattro bambini. […] Spingeva i due più piccoli, due gemelli di 14 mesi. […] Guardò giù verso l’acqua, che pareva offrirle l’unica via di fuga. Lei e i figli avevano due scelte: una morte misericordiosa o una atroce. Sollevò i bambini [i due gemelli] uno alla volta, li baciò e li lasciò cadere oltre la ringhiera del ponte. […] Poi cadde all’indietro con le braccia aperte. Mentre volava giù, urlò ‘libertà’”. Dopo un gesto estremo in cui tenta di uccidersi e uccidere i suoi gemelli neonati per risparmiarli da un futuro di povertà e discriminazione, Naomi sopravvive, ma la sua vita è irrimediabilmente segnata. Proveniente da una famiglia con un passato difficile e senza accesso a cure mediche adeguate, Naomi incarna le contraddizioni di un sistema sanitario che abbandona i più vulnerabili. Pur ottenendo il perdono della sua famiglia, Naomi non riesce a reintegrarsi completamente nella società, il suo passato continua a perseguitarla.
Laura Delano e l’eccesso di cure farmacologiche
In netto contrasto, Laura Delano, proveniente da una famiglia benestante del Connecticut, affronta un percorso opposto. Diagnosticata con disturbo bipolare, Laura inizia un lungo calvario fatto di farmaci su farmaci — ben diciannove diversi tipi in quattordici anni. Questo “effetto cascata” di prescrizioni riflette un approccio psichiatrico che talvolta sovratratta i sintomi senza affrontarne le cause profonde. La sua dipendenza dai farmaci è accompagnata da una totale fiducia nei medici, che le consente di deresponsabilizzarsi dalle proprie difficoltà, delegandole interamente alla chimica.
Un monito universale
Attraverso le vite di Naomi e Laura, Aviv mette in evidenza come la psichiatria americana tratti in modo diverso il disagio mentale in base al contesto sociale ed economico. Se la depressione di una donna nera come Naomi viene ignorata o minimizzata, quella di una donna bianca e privilegiata come Laura rischia di essere sovratrattata.
Queste storie, dolorose e potenti, offrono una profonda riflessione sull’importanza di narrazioni più umane e sull’ascolto empatico come strumenti essenziali per comprendere e affrontare il disagio mentale.
Ilaria Bignotti Faravelli, psicologa
Aviv R., Stranieri a noi stessi, ed. Iperborea, Milano, 2024.